Progettare i servizi educativi: conosci il tuo pubblico!

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Scritto da Laura Lanari

Categoria

Data

Luglio 24, 2017

Dopo una piccola pausa estiva, ci stiamo rimettendo al lavoro per l’ideazione e la progettazione delle nuove proposte firmate Musedu e, come ogni anno, il nostro punto di partenza è il PUBBLICO.. questo eterno sconosciuto…

Chi è? Come possiamo attrarlo? Come possiamo soddisfare le sue aspettative?

Il nostro metodo, studiato e in continuo perfezionamento, ci guida nella progettazione: dallo studio, alla valutazione dei risultati ottenuti, fino al bilancio delle risorse e delle aspettative/esigenze della nostra realtà e dei nostri musei.

Ma non perdiamo tempo e entriamo nel vivo delle domande sopra citate:

1. Chi è il nostro pubblico?

helpSpettatori, visitatori, fruitori, clienti, utenti, consumatori, utilizzatori, partecipanti, paganti, presenze, più raramente persone. (Alessandro Bollo “50 sfumature di pubblico e la sfida dell’audience development”)

 

La definizione di Alessandro Bollo, ci fa capire come questo punto di partenza sia per certi versi una questione davvero confusa e difficilmente interpretabile ai fini della nostra progettazione. Per cercare di orientarci in questo mare incomprensibile chiamato “pubblico”, noi di Musedu, cerchiamo di rispondere a dei semplici interrogativi:

  • Quali sono stati, finora, i nostri visitatori spontanei? Da parte di chi abbiamo ricevuto richieste per lo svolgimento dei servizi? Quali sono le categorie demografiche del territorio in cui si trova il museo? Quali sono le nostre risorse interne? Che servizi possiamo offrire?

Vi assicuriamo che rispondendo a questi quesiti sarete in grado di individuare i vostri pubblici. Provare per credere!

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Fateci sapere se anche voi individuate in questo modo il vostro pubblico, e se no, cosa ne pensate di questo sistema.

2. Come attrarre il nostro pubblico?

CoyoteUna volta capito qual’ è il nostro pubblico dobbiamo intercettarlo, raggiungerlo, convincerlo, avvicinarlo e, insieme a lui, attrarre anche un pubblico potenziale.

Noi di Musedu, studiamo delle campagne ad hoc per ogni segmento del nostro pubblico; ad esempio brochure cartacea rivolta alle scuole, promozioni sui social per gli eventi rivolti agli under 35, iniziative gratuite per la sensibilizzazione di alcune Associazioni, Tour Operator.. ecc.

 

 

Interessante, d’altro canto, a proposito del pubblico potenziale, il nostro lavoro rivolto al coinvolgimento del pubblico cittadino, vedi l’articolo pubblicato. Altrettanto interessanti, dal nostro punto di vista, sono le iniziative che raccontano il museo con un linguaggio teatrale e coinvolgente, al di fuori delle mura dell’Istituto, favorendo l’incontro (o anche lo scontro) con pubblici distanti e lontani. Biblioteche “in spiaggia” o performance negli spazi pubblici o in contesti inusuali (centri commerciali).

3. Come possiamo soddisfare le aspettative del nostro pubblico?

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Prima di tutto, non dimenticare mai a quale segmento del nostro pubblico stiamo parlando, dopodiché dobbiamo concentrarci sulle sue esigenze e sulle potenzialità del museo che stiamo gestendo; una fase fondamentale di questo lavoro consisterà proprio nel mettersi nei panni degli altri, ascoltare, vedere, osservare e comprendere quello che si muove fuori dal nostro museo, mettendo da parte quelle che sono le nostre esigenze e i nostri bisogni molto spesso eccessivamente astratti.

Di seguito, vi elenchiamo alcune delle proposte, che rivolte a diversi segmenti di pubblico, permette un’approccio innovativo, sostenibile (in termini economici) e accessibile:

  1. Laboratori, workshop, attività creative sviluppate con approcci interculturali e inclusivi;
  2. Includere il pubblico nel processo di promozione e sviluppo delle proprie proposte museali e culturali;
  3. Ampliare la rete di contatti on e off line per trasformare il pubblico in un veicolo di informazioni culturali;
  4. Organizzare il proprio museo per accogliere esperienze di alternanza scuola lavoro, volontariato, servizio civile..ecc;
  5. Organizzare momenti di premiazione e riconoscimento a sostegno delle realtà fidelizzate al nostro museo;
  6. Ideare una proposta originale e sempre diversa da proporre in orari serali che facilitano la partecipazione e il coinvolgimento coinvolgimento attraverso esperienze immersive e multisensoriali;
  7. Stimolare il nostro pubblico, mostrando il nostro museo a piccole dosi e lasciando sempre spazio alla scoperta e alla curiosità.

Terminiamo con un’ultima domanda/risposta di Giovanna Vitale, nel suo “Design di sistema per le istituzioni culturali”:

– Cosa chiede il visitatore, oggi, agli istituti culturali?

“L’uomo contemporaneo chiede al museo di essere un utile strumento mnemonico senza per questo trasformarsi in una macchina per l’ibernazione che trasforma ogni cosa in oggetto rigido e freddo; chiede luoghi godibili, che non assomiglino a luna park, ma nemmeno ad una cantina polverosa; chiede un ente capace di esprimere una chiara visione del passato, del presente e del futuro e la propria funzione sociale.”

Ora, siete pronti per progettare una proposta dei servizi educativi che soddisfi il vostro pubblico?

Se volete approfondire, di seguito la bibliografia di questo articolo:

  • Alessandro Bollo “50 sfumature di pubblico e la sfida dell’audience development”, parte del libro di Francesco De Biase (a cura di), “I pubblici della cultura. Audience development, audience engagement”, Milano, Franco Angeli, 2014
  • Giovanna Vitale “Design di sistema per le istituzioni culturali. Il museo empatico”, Milano, Zanichelli, 2013
  • Francesco De Biase (a cura di), “L’arte dello spettatore. Il pubblico della cultura tra bisogni, consumi e tendenze”, Milano, Franco Angeli, 2008

 

Per la foto di copertina “Pinacoteca F. Podesti”, ringraziaziamo Paolo Zitti, fotografo di Ancona.

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